lunedì 7 aprile 2014

I FIGLI DELLE EMOZIONI - di CARON Fabio

La biblioteca nell'intento di valorizzare le giovani risorse del nostro territorio presenta:



Fabio Caron nasce ad Arona nel 1992. E’ un perito informatico da sempre appassionato di scrittura. I figli delle emozioni, la sua prima opera, riflette appieno il suo amore per la letteratura fantasy e per la cultura cinematografica di genere.

I FIGLI DELLE EMOZIONI

Fabio Caron

Viktor, esperto di armi con una vita perfetta e una personalità vulcanica in un mondo paralizzato dalla paura, vede tutto ciò che gli è più caro distruggersi in un solo giorno. L’intensità della sua disperazione, unica in un popolo ridotto da tempo all’apatia, è l’elemento chiave di un lungo processo iniziato millenni prima, in una dimensione parallela: la creazione di un intero universo che lo chiamerà a sé per difenderlo da una male antico e terribile.


1 commento:

Cerone Rosanna ha detto...

Prima la storia: in un mondo freddo, arido, brutto e alienante un singolo uomo riesce con le sue emozioni, diverse e varie oltre che vere, a 'creare' un intero mondo, pianeti innumerevoli, altre forme di vita. Come? Grazie all'incontro-scontro di due semplici particelle vaganti nello Spazio, che assorbono le emozioni più forti di Viktor, il protagonista e da lì tutto comincia. Di nuovo. E queste contrastanti emozioni mettono in scena l'eterna lotta tra il Bene e il Male, ancora. Non dirò nient'altro su ciò e sul 'viaggio' di Viktor. Vorrei parlarvi dell'autore, piuttosto. Incontrato nei nostri 'Giovedì in Biblioteca', giovane e fortunatamente inesperto di Vita, capace però di impiegare il proprio tempo nella scrittura, nella costruzione di mondi 'altri' .E' un buon modo di mettersi alla prova, di superare gli angusti limiti di una realtà oggi difficile per le giovani generazioni e un 'fantasy' potrebbe essere oltre che gratificante anche un po' terapeutico.
Le mie considerazioni di lettrice non possono non essere positive, anche se alcuni piccoli particolari mi sono sembrati ingenuità classiche di un'opera 'prima', di una personalità 'prima'. Leggo solo e non scrivo, per cui le mie considerazioni possono lasciare il tempo che trovano.
Mi riferisco ad alcune ripetizioni, ai troppi aggettivi, al diventare un Io narrante a volte forse per legare insieme azioni che, data la storia, si svolgono in dimensioni parallele; al fatto che si accenna solo a una Terza Guerra Mondiale che avrebbe distrutto il mondo del protagonista, ma non viene descritta meglio anche se capisco possa essere cosa inimmaginabile.
Ci sono varie cose che mi sono sembrate originali e spero lo siano tutte mentre confesso di non essere una buona conoscitrice del genere letterario: la creazione di parole nuove per oggetti nuovi; l'esistenza di meravigliose creature volanti come i Nurblyf; pelli di animali insonorizzanti ambienti; un palazzo che respira con il suo costruttore. Quella di un 'portale direzionale' e l'organizzazione delle tribù sui pianeti mi ha portato a voler rivedere un bellissimo film del 1994, "Stargate".
L'idea principe però è 'un universo creato dalla forza esplosiva delle emozioni di un essere umano in rovina' dove tale creatore si rivela a volte un eroe negativo e il suo nuovo mondo contiene in sè la stessa violenza agita e subita sulla Terra, il nuovo Tutto, il nuovo Scopo, non sono poi così diversi dai nostri.
E ci sta, lo ammetto. In fondo il creatore è solo un Uomo e qui forse divento blasfema. Fortuna che è un fantasy, le varie implicazioni filosofico-religiose o di altro genere non ci devono riguardare. Quello che conta è il puro piacere delle immagini che scaturiscono dalla lettura.
Lancio lì un'ultima considerazione: perchè non fare di questo racconto una storia a fumetti?
Commento di Rosanna Cerone