venerdì 7 febbraio 2014

OMO RIVER: REPORTAGE FOTOGRAFICO

Giovedì 13 Febbraio 2014
ore 21,00

presso la Sala Consiliare
Via Principale, 4

Il nostro compaesano 
MASSIMO BRUSORIO
Presenterà

OMO RIVER
Reportage fotografico di un
viaggio nell'Etiopia Meridionale 
alla riscoperta di un territorio, della sua natura, 
delle genti che lo abitano e della loro storia,
sulle orme di un nostro grande esploratore
Vittorio Bottego




Ecco alcune anticipazioni:

Omo River
L'Omo (un tempo chiamato Omo Bottego) è un fiume dell'Etiopia.
Nasce nell'altopiano etiopico e dopo 760 km sfocia nel Lago Turkana passando in questo modo dai circa 2500 metri di altezza delle sorgenti ai 500 metri di altezza del lago. Il notevole dislivello rende il flusso dell'Omo impetuoso, interrotto solo da alcune cascate come quelle di Kokobi. L'Omo è pertanto navigabile solo nel suo corso finale prima di sfociare nel lago Turkana.
L'Omo riceve numerosi affluenti tra cui il Gogeb, il Wabi, il Mago ed attraversa i parchi nazionali di Mago e Omo ricchi di fauna.
L'intero bacino dell'Omo ha una notevole importanza sia archeologica che geologica: qui sono stati trovati numerosi fossili di ominidi, risalenti ad epoche del Pliocene e del Pleistocene. Fra questi reperti sono stati ritrovati soprattutto scheletri appartenenti al genere australopithecus e homo, insieme ad utensili di quarzite risalenti a circa 2,4 milioni di anni fa. Per questo nel 1980 la valle dell'Omo è stata inserita nell'elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell'UNESCO.

Vittorio Bottego
Figlio di Agostino e Maria Asinelli. Il padre medico si trasferì dall'Alta Valle del
Taro a San Lazzaro prima della nascita del figlio minore Vittorio.
Proveniva da una ricca famiglia proprietaria di estesi possedimenti a est della città (la nipote dell'esploratore    Celestina Bottego, fondò la congregazione missionaria “Società Missionaria di Maria (Suore Bottego), istituto tuttora esistente ed operante, con sede in un rustico di proprietà della famiglia nell'allora territorio di San Lazzaro, oggi inglobato nel territorio cittadino).
Ragazzo irrequieto ed avventuroso, dopo alcune disavventure scolastiche, tra cui un insegnante preso a schiaffi, il giovane Vittorio si iscrive all'Accademia Militare da cui esce ufficiale di Artiglieria. Segue inoltre con successo la Scuola di Equitazione di Pinerolo partecipando e vincendo numerosi concorsi ippici.
In quegli anni una serie di esplorazioni intraprese dalle potenze coloniali in tutta l'Africa crea il mito dell'esploratore. Attratto giovanissimo da questa carriera, Bottego richiese il trasferimento nella costituenda Colonia Eritre nel 1887 allo scopo di condurre spedizioni scientifico-geografiche.
Le prime spedizioni riguardarono la Dancalia (1891), territorio desertico che si affaccia sul Mar Rosso dove sbocca il grande Rift Africano, regione ancora oggi scarsamente conosciuta, allora quasi inaccessibile, che ospita alcuni rettili fra i più velenosi al mondo con un clima incredibilmente caldo e secco (temperatura media 55 °C). Tornato ad Assab progettò ulteriori spedizioni nella regione del Giuba, fiume che nasce nell'attuale Etiopia e, attraversata la Somalia, sfocia nell'Oceano Indiano. Intanto aveva iniziato a raccogliere esemplari di animali, piante ed altri materiali scientifici e ad inviarli a Parma per quello che diventerà il Museo Eritreo Bottego, oggi incluso nel Museo di Sttoria Naturale di Parma. Nel 1892 raggiunge il fiume Ganale Doria, (alto corso del fiume Giuba) che risale fino alle sorgenti (marzo 1893). Bottego pubblicò un resoconto di queste esplorazioni nel libro Il Giuba Esplorato, fornendo notevole materiale geografico e scientifico.
Dopo un breve ritorno in Italia, riparte per una spedizione per determinare una pianta del complesso corso del fiume Omo (che sarà poi durante la dominazione italiana ribattezzato Omo Bottego) col patrocinio della Società Geografica Italiana. Discende il fiume dal lago Pagadé al Lago Rodolfo (lago Turkana) risolvendo almeno il mistero della foce del fiume. Tenta di proseguire l'esplorazione in territorio etiopico, nella regione dei Galla ma è invece costretto ad un combattimento (causato anche dal suo carattere impetuoso) a Daga Roba, nel corso del quale viene ucciso il 17 marzo 1897.
Il resoconto di questa seconda spedizione fu pubblicato dai due sopravvissuti il sottotenente di fanteria Carlo Citerni e il sottotenente di vascello Lamberto Vannutelli nel libro: L'Omo; viaggio d'esplorazione nell'Africa Orientale.

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