Giovedì 13 Febbraio 2014
ore 21,00
presso la Sala Consiliare
Via Principale, 4
Il nostro compaesano
MASSIMO BRUSORIO
Presenterà
OMO RIVER
Reportage fotografico di un
viaggio nell'Etiopia Meridionale
alla riscoperta di un territorio, della sua natura,
delle genti che lo abitano e della loro storia,
sulle orme di un nostro grande esploratore
Vittorio Bottego
Ecco alcune anticipazioni:
Omo River
L'Omo (un tempo chiamato Omo Bottego)
è un fiume dell'Etiopia.
Nasce nell'altopiano etiopico e dopo 760 km
sfocia nel Lago Turkana passando in questo modo dai circa 2500 metri di altezza
delle sorgenti ai 500 metri di altezza del lago. Il notevole dislivello rende
il flusso dell'Omo impetuoso, interrotto solo da alcune cascate come quelle di
Kokobi. L'Omo è pertanto navigabile solo nel suo corso finale prima di sfociare
nel lago Turkana.
L'Omo riceve numerosi affluenti tra cui il
Gogeb, il Wabi, il Mago ed attraversa i parchi nazionali di Mago e Omo ricchi
di fauna.
L'intero bacino dell'Omo ha una notevole
importanza sia archeologica che geologica: qui sono stati trovati numerosi
fossili di ominidi, risalenti ad epoche del Pliocene e del Pleistocene. Fra
questi reperti sono stati ritrovati soprattutto scheletri appartenenti al
genere australopithecus e homo, insieme ad utensili di quarzite risalenti a
circa 2,4 milioni di anni fa. Per questo nel 1980 la valle dell'Omo è stata
inserita nell'elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell'UNESCO.
Vittorio Bottego
Figlio di Agostino e
Maria Asinelli. Il padre medico si trasferì dall'Alta Valle del
Taro a San
Lazzaro prima della nascita del figlio minore Vittorio.
Proveniva da una ricca
famiglia proprietaria di estesi possedimenti a est della città (la nipote
dell'esploratore Celestina Bottego,
fondò la congregazione missionaria “Società Missionaria di Maria (Suore
Bottego), istituto tuttora esistente ed operante, con sede in un rustico di
proprietà della famiglia nell'allora territorio di San Lazzaro, oggi inglobato
nel territorio cittadino).
Ragazzo irrequieto ed
avventuroso, dopo alcune disavventure scolastiche, tra cui un insegnante preso
a schiaffi, il giovane Vittorio si iscrive all'Accademia Militare da cui esce
ufficiale di Artiglieria. Segue inoltre con successo la Scuola di Equitazione di
Pinerolo partecipando e vincendo numerosi concorsi ippici.
In quegli anni una serie
di esplorazioni intraprese dalle potenze coloniali in tutta l'Africa crea il
mito dell'esploratore. Attratto giovanissimo da questa carriera, Bottego
richiese il trasferimento nella costituenda Colonia Eritre nel 1887 allo scopo
di condurre spedizioni scientifico-geografiche.
Le prime spedizioni
riguardarono la Dancalia
(1891), territorio desertico che si affaccia sul Mar Rosso dove sbocca il
grande Rift Africano, regione ancora oggi scarsamente conosciuta, allora quasi
inaccessibile, che ospita alcuni rettili fra i più velenosi al mondo con un
clima incredibilmente caldo e secco (temperatura media 55 °C ). Tornato ad Assab
progettò ulteriori spedizioni nella regione del Giuba, fiume che nasce
nell'attuale Etiopia e, attraversata la Somalia , sfocia nell'Oceano Indiano. Intanto
aveva iniziato a raccogliere esemplari di animali, piante ed altri materiali
scientifici e ad inviarli a Parma per quello che diventerà il Museo Eritreo
Bottego, oggi incluso nel Museo di Sttoria Naturale di Parma. Nel 1892
raggiunge il fiume Ganale Doria, (alto corso del fiume Giuba) che risale fino
alle sorgenti (marzo 1893). Bottego pubblicò un resoconto di queste
esplorazioni nel libro Il Giuba Esplorato, fornendo notevole materiale
geografico e scientifico.
Dopo un breve ritorno
in Italia, riparte per una spedizione per determinare una pianta del complesso
corso del fiume Omo (che sarà poi durante la dominazione italiana ribattezzato Omo
Bottego) col patrocinio della Società Geografica Italiana. Discende il
fiume dal lago Pagadé al Lago Rodolfo (lago Turkana) risolvendo almeno il
mistero della foce del fiume. Tenta di proseguire l'esplorazione in territorio
etiopico, nella regione dei Galla ma è invece costretto ad un combattimento
(causato anche dal suo carattere impetuoso) a Daga Roba, nel corso del quale
viene ucciso il 17 marzo 1897.
Il
resoconto di questa seconda spedizione fu pubblicato dai due sopravvissuti il
sottotenente di fanteria Carlo Citerni e il sottotenente di vascello Lamberto
Vannutelli nel libro: L'Omo; viaggio d'esplorazione nell'Africa Orientale.
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