giovedì 9 aprile 2015

UN PO' DI STORIA: LA GRADINATA DI COMIGNAGO



Per descrivere qualsiasi accadimento è sempre bene far riferimento alla Storia.
Per descrivere la bellezza della nostra Gradinata, cara ai Comignaghesi, è facile far riferimento al libro
"Bicentenario della Gradinata - 1976 - 1996" 
- stampato a cura della Parrocchia di Comignago nel Dicembre 1997.
Questo libro, unitamente a "Comignago", a cura di Dario Borra, Elisa Patrone, Alessandra Salvini - stampato nel 2011, costituiscono dei testi fondamentali per la conoscenza delle origini del nostro Paese.
Entrambi i libri sono a disposizione in biblioteca per la consultazione.  

Nel libro "Bicentenario della Gradinata" - Capitolo III - c'è una dettagliata e bellissima descrizione del più bel monumento comignaghese:
"L'opera, progettata con competenza e capacità, risultò come vediamo ottima; tant' è che dai successori e dagli storici è definita "monumentale, grandiosa e comoda".
La gradinata è composta da quattro rampe intercalate da ampi pianerottoli e falsipiani.
La prima rampa è di sedici gradini in granito bianco lavorati solo a squadra in unico pezzo. Purtroppo per la mancanza di idonei appoggi i primi gradini presentano delle rotture nella zona centrale.
La seconda rampa è di dieci gradini in serizzo ed ogni gradino è in diversi pezzi; la lavorazione però è analoga a quella delle due rampe successive in chiaro stile  Barocco.
La terza rampa, dopo un lungo falsopiano lastricato è di sette gradini, in granito rosa di Baveno, di cui due sono stati successivamente ricostruiti in cemento perché si sono irrimediabilmente rotti.
L'ultima scalea, che è anche la più lunga e bella, sempre realizzata in granito rosa di Baveno è di sessantadue gradini e sull'ultimo vi è incisa la data di ultimazione dell' opera: 1796.
L'opera è completata da un lastricato in pietra che circonda la chiesa.
La larghezza della scala è notevole: due metri e settanta centimetri realizzata con gradini ricavati da un unico blocco di larghezza maggiore della solita e di alzata minima.
Il materiale usato proviene certamente dalle cave di Baveno; questa infatti è l'unica località dove è possibile estrarre il granito rosa chiamato appunto di "Baveno".
Il suo nome originariamente era "Migliarolo" perché ricordava, nell'aspetto, i grani del miglio ed è composto da molteplici minerali fra i quali i principali sono: quarzo, mica e feldspato.
La lavorazione dei gradini è a punta, di stile Barocco con bordo a toro e sottostante listello.
Il Barocco dominò l'arte nei secoli XVII e XVIII ed il vocabolo assunse un senso negativo e sprezzante nei confronti delle regole imperanti nel periodo precedente il "Rinascimento";' perché questo nuovo stile architettonico aveva come scopo la ricerca dell' originalità ad ogni costo ed il prevalere delle linee curve sulle rette.
Si ebbe così uno stile insieme fastoso e sensuale fortemente affettivo e popolarmente comprensibile.
La nostra scalea risulta fastosa e solare distendendosi davanti alla chiesa e sopra il paese; lo stile barocco le conferisce un movimento dolce come un' onda e la rende permeabile e facile a salire."

La Gradinata fu pensata e realizzata dal Reverendo G.M. DE GIORGI il quale, inoltre, lasciando in testamento alla comunità comignaghese tutti i suoi beni, permise la realizzazione dell'"Opera Pia De Giorgi", riconosciuta con Regio Decreto del 2 Ottobre 1816 ed operante sino al 1976 nell'assistenza sociale alla popolazione in difficoltà economica, nonché alle giovani spose per la costituzione della "dote".
Per tali motivi:
"La gratitudine verso questo parroco, che è rimasto a Comignago per 43 anni, ha indotto la popolazione a dedicargli nel lontano 1854 un busto marmoreo scolpito dall'Argenti, scultore famoso nella provincia di Novara."
"Bicentenario della Gradinata" Pag. 39






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