Per descrivere qualsiasi accadimento è sempre bene far riferimento alla Storia.
Per descrivere la bellezza della nostra Gradinata, cara ai Comignaghesi, è facile far riferimento al libro
"Bicentenario della Gradinata - 1976 - 1996"
- stampato a cura della Parrocchia di Comignago nel Dicembre 1997.
Questo libro, unitamente a "Comignago", a cura di Dario Borra, Elisa Patrone, Alessandra Salvini - stampato nel 2011, costituiscono dei testi fondamentali per la conoscenza delle origini del nostro Paese.
Entrambi i libri sono a disposizione in biblioteca per la consultazione.
Nel libro "Bicentenario della Gradinata" - Capitolo III - c'è una dettagliata e bellissima descrizione del più bel monumento comignaghese:
"L'opera, progettata con competenza e
capacità, risultò come vediamo ottima; tant' è che dai successori e dagli
storici è definita "monumentale,
grandiosa e comoda".
La gradinata è composta da quattro rampe
intercalate da ampi pianerottoli e falsipiani.
La prima rampa è di sedici gradini in
granito bianco lavorati solo a squadra in unico pezzo. Purtroppo per la mancanza
di idonei appoggi i primi gradini presentano delle rotture nella zona centrale.
La seconda rampa è di dieci gradini in
serizzo ed ogni gradino è in diversi pezzi; la lavorazione però è analoga a
quella delle due rampe successive in chiaro stile Barocco.
La terza rampa, dopo un lungo
falsopiano lastricato è di sette gradini, in granito rosa di Baveno, di cui due
sono stati successivamente ricostruiti in cemento perché si sono
irrimediabilmente rotti.
L'ultima scalea, che è anche la più
lunga e bella, sempre realizzata in granito rosa di Baveno è di sessantadue
gradini e sull'ultimo vi è incisa la data di ultimazione dell' opera: 1796.
L'opera è completata da un lastricato in
pietra che circonda la chiesa.
La larghezza della scala è notevole: due
metri e settanta centimetri realizzata con gradini ricavati da un unico blocco
di larghezza maggiore della solita e di alzata minima.
Il materiale usato proviene certamente dalle
cave di Baveno; questa infatti è l'unica località dove è possibile estrarre il
granito rosa chiamato appunto di "Baveno".
Il suo nome originariamente era "Migliarolo"
perché ricordava, nell'aspetto, i grani del miglio ed è composto da molteplici
minerali fra i quali i principali sono: quarzo, mica e feldspato.
La lavorazione dei gradini è a punta, di
stile Barocco con bordo a toro e sottostante listello.
Il Barocco dominò l'arte nei secoli XVII e
XVIII ed il vocabolo assunse un senso negativo e sprezzante nei confronti delle
regole imperanti nel periodo precedente il "Rinascimento";' perché
questo nuovo stile architettonico aveva come scopo la ricerca dell' originalità
ad ogni costo ed il prevalere delle linee curve sulle rette.
Si ebbe così uno stile insieme fastoso e
sensuale fortemente affettivo e popolarmente comprensibile.
La nostra scalea risulta fastosa e solare distendendosi davanti alla chiesa e sopra il paese; lo
stile barocco le conferisce un movimento dolce come un' onda e la rende
permeabile e facile a salire."
La Gradinata fu pensata e realizzata dal Reverendo G.M. DE GIORGI il quale, inoltre, lasciando in testamento alla comunità comignaghese tutti i suoi beni, permise la realizzazione dell'"Opera Pia De Giorgi", riconosciuta con Regio Decreto del 2 Ottobre 1816 ed operante sino al 1976 nell'assistenza sociale alla popolazione in difficoltà economica, nonché alle giovani spose per la costituzione della "dote".
Per tali motivi:
"La gratitudine verso questo parroco, che è
rimasto a Comignago per 43 anni, ha indotto la popolazione a dedicargli nel
lontano 1854 un busto marmoreo scolpito dall'Argenti, scultore famoso nella
provincia di Novara."
"Bicentenario della Gradinata" Pag. 39
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